Jenny Kretschmann è economista e storica del pensiero economico, nata in Russia e vissuta in Italia, a fianco del marito Benvenuto Griziotti. La sua vita fu caratterizzata da riservatezza, passione per la ricerca e per la cultura. Alla figura della studiosa non è stata dedicata sufficiente attenzione nelle opere di economia e nei dizionari biografici, salvo poche eccezioni. Dei segni di stima nei confronti suoi e del suo lavoro sono evidenti le tracce, ma risulta chiaro che questi non sono stati sufficienti fino ad oggi ad assegnarle un posto adeguato nella storia del pensiero del Novecento. Sarà qui esaminata la sua copiosa produzione scientifica accumulata nel tempo, con attenzione particolare alle sue ricerche come storica del pensiero economico, allo scopo di contribuire a tributarle il riconoscimento che merita.
Nata il 22 giugno 1884 a Wishni-Wolostchok (un piccolo centro nella parte nordoccidentale della Russia, sulla via che collega Pietroburgo a Mosca), Jenny Kretschmann apparteneva ad una famiglia di classe media di origini tedesche. Nel 1903 si iscrisse alla facoltà femminile di Storia e filosofia dell’Università di Mosca, e contemporaneamente al Conservatorio; fu infatti una pianista di grande valore e continuò per tutta la vita a coltivare questa passione. All’Università fu particolarmente attratta dallo studio della storia romana e ciò fece sorgere in lei per la prima volta la curiosità nei confronti dell'Italia. Il clima rigido di Mosca indebolì la sua salute, e i medici le consigliarono un periodo di soggiorno in regioni dal clima più mite: la madre realizzò questo progetto recandosi con la figlia in Italia. Ma al ritorno in patria il soggiorno italiano ebbe ripercussioni inaspettate: le sue dichiarazioni dai toni liberi sulla democrazia e sull'affermazione dei diritti furono riferite da una spia russa. Accanto al fratello, e con il soprannome di ciaika (gabbiano), aveva aderito al partito socialista rivoluzionario non marxista, impegnandosi nell'azione di propaganda soprattutto presso la fascia sociale più povera, quella dei contadini. Fu questo il movimento che condusse alla prima Rivoluzione Russa (1905). Jenny rischiò la deportazione in Siberia, se non fosse stato per un banale errore di nome di battesimo nel documento a lei indirizzato dalla polizia.
Questi eventi indussero il padre a farla immediatamente ripartire, permettendole un viaggio attraverso le città d'arte e il sud dell'Italia e consentendole infine di proseguire per due anni gli studi interrotti a Mosca presso l’Ecole des sciences sociales et politiques di Losanna in Svizzera. Fu lì̀ che Kretschmann si accostò all’economia a seguito della frequentazione delle lezioni di Vilfredo Pareto e di altri docenti come Pasquale Boninsegni, professore supplente di Economia politica.
Nel 1906 incontrò il suo futuro marito, Benvenuto Griziotti, che frequentava a Losanna un corso post-laurea, e che divenne in seguito uno dei più noti studiosi di Scienza delle finanze. Nel 1908 Jenny lo seguì a Roma lasciando Losanna che si era fatta poco ospitale per i russi, e lo sposò nel 1911. A Roma si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza e seguì i corsi di importanti economisti come Antonio de Viti de Marco, Rodolfo Benini e Maffeo Pantaleoni. Sotto la supervisione di quest’ultimo, portò a termine il dottorato nel dicembre 1912 con una tesi sulla Colonizzazione della Siberia che più tardi, per iniziativa di Luigi Einaudi, sarebbe stata oggetto della sua prima pubblicazione (Kretschmann 1915).
Nel 1913 la coppia si trasferì per cinque anni a Catania, dove Griziotti era stato chiamato a ricoprire la cattedra di Scienza delle finanze e diritto finanziario, e in seguito a Pavia, dove la loro dimora costituì un centro di cultura e di scienza. Jenny ne era il centro, come traspare dal materiale da lei stessa conservato nell’archivio di famiglia che contiene fotografie, documenti e carteggi di una certa rilevanza per la storia del pensiero economico. Tra gli ospiti illustri della casa troviamo Ezio Vanoni, Antonio Pesenti, Giannino Parravicini, Sergio Steve, Francesco Forte, Mario Sarcinelli, Arturo Colombo, oltre ai fratelli Montemartini – l’economista Giovanni e il direttore del Giardino botanico di Pavia Luigi – che avevano sposato due sorelle di Benvenuto Griziotti.
Nel 1917, con l'avvento del bolscevismo, la famiglia d’origine di Jenny perse tutto ciò che possedeva e visse di stenti. Il padre venne una volta in Italia nel 1922; Jenny ritornò a casa una prima volta nell'estate del 1913 per il matrimonio della sorella, poi altre due volte per raccogliere materiale per le proprie ricerche, una nel 1929 e l’altra nel 1934, grazie ad un visto diplomatico. Il fratello, processato e condannato, fu deportato per quattro anni alle isole Solovki nel Mar Bianco, poi imprigionato a Mosca e infine in un campo di concentramento dove morì negli anni Cinquanta. Anche la sorella Marussia morì in prigione, a Nishny negli anni Sessanta. Jenny mantenne sempre contatti epistolari con i membri della sua famiglia.
Dal 1930 fu nominata docente incaricata di Economia all’Università di Pavia (1930-1933)[1]. Nell'anno accademico 1930-1931 il programma del suo corso libero di Economia politica riguardava “Le teorie sui trasferimenti dei capitali ed il problema delle riparazioni”; nel 1931-1932, “La statica e la dinamica economica”; nel 1932-1933, “Le teorie sulla moneta ed il problema dell'oro”[2]. Successivamente, si trasferì all’Università di Parma dove le fu affidato l’incarico di Scienza delle finanze e diritto finanziario (1935-1940). Nel 1940 fece ritorno definitivamente all’Università di Pavia dove insegnò Storia delle dottrine economiche fino al suo pensionamento nel 1954. Dal 1948 fu anche docente di Politica economica e finanziaria e, per qualche anno appena dopo la guerra, anche di Lingua russa.
Tuttavia, la sua carriera universitaria non fu fluida. Nel dicembre 1929 aveva conseguito la libera docenza in Economia politica. La commissione di concorso composta da Marco Fanno, Guglielmo Masci e Gustavo Del Vecchio aveva espresso un giudizio “del tutto positivo” sia sui contributi apportati dalla candidata alla letteratura economica, sia sulla lezione che riguardò “La teoria della distribuzione della ricchezza secondo Ricardo”[3]. Kretschmann fu la prima donna libera docente in materie economiche in Italia, e partecipò a diversi concorsi: nel 1936 e nel 1938 si presentò ai concorsi per la cattedra di Economia generale e corporativa dell’Università di Sassari, e in ambedue fu dichiarata all’unanimità matura per l'insegnamento universitario. La stessa dichiarazione di maturità scientifica a pieni voti ricevette nell’ultimo concorso per la cattedra di Politica economica e finanziaria nell’Università di Bari nel 1937[4]. Ma, nonostante i risultati brillanti delle sue prove, non ottenne mai una cattedra.
Probabilmente le sue idee politiche contribuirono ad impedire la sua carriera universitaria. Il fatto che, fin dagli anni del soggiorno a Roma avesse aderito all’Internazionale socialista, costituì un ovvio ostacolo all’iscrizione al Partito Nazionale Fascista, che era un requisito fondamentale per l’avanzamento nella carriera accademica. Oltre a ciò, l’essere moglie di un accademico la svantaggiava, perché il marito non “poteva andare in giro a raccomandare la propria moglie”[5]. Dopo il suo pensionamento nel 1954, continuò a studiare e a pubblicare in Italia e all’estero. Morì a Pavia il 4 dicembre 1980.
Il nome di Jenny Kretschmann è associato a un lungo elenco di pubblicazioni: un centinaio tra monografie, saggi, articoli in riviste scientifiche, voci di enciclopedie e recensioni per periodici scientifici italiani e stranieri. Alcuni principali filoni di ricerca risaltano tra i suoi numerosi lavori sull’economia e sul pensiero economico.
Inizialmente (1915-1929), sotto la guida di Pantaleoni come si è detto, svolse pionieristiche sistematiche analisi dei caratteri fondamentali dell’economia russa, con riguardo sia al periodo antecedente la Prima guerra mondiale, sia agli anni del passaggio al sistema sovietico. La nostalgia per la lontananza fisica dal paese d’origine e la dolorosa partecipazione distante agli avvenimenti politici che sconvolsero anche la sua famiglia, è un elemento sotteso a tutta la sua esistenza e alla sua produzione fino al 1969. Nella sua bibliografia si trovano trattazioni riguardanti la colonizzazione della Siberia iniziata nel 1882 (Kretschmann 1915, 1917, 1954) e la riforma agraria del 1861, la legislazione agraria e le diverse forme proprietarie e contrattuali delle aziende agricole (Kretschmann 1926a, 1926b); ci sono articoli su inflazione e prezzi in Russia prima e dopo la riforma monetaria bolscevica (Kretschmann 1928a, 1928b, 1928c, 1929a), oltre che sui problemi del lavoro (Kretschmann 1920, 1921a, 1921b). Nei suoi viaggi in Russia alla fine degli anni Venti e a metà degli anni Trenta riuscì a integrare le sue ricerche con dati aggiornati sulle condizioni economiche e finanziarie del paese (Kretschmann 1928d, 1929b, 1931b, 1931c). Riprese questo filone di studi nel secondo dopoguerra, con pubblicazioni sul bilancio, sul sistema finanziario, sulla pianificazione economica e sulla crisi dell'agricoltura sovietica (Kretschmann 1960a, 1960b). L’interesse per questi argomenti è presente anche nella sua bibliografia successiva, dove sono chiari gli stimoli suscitati dal dibattito teorico internazionale sulla piena occupazione e sulla pianificazione economica (Kretschmann 1946, 1950b, 1951a, 1951c, 1952a, 1952b, 1952c, 1953c, 1955b, 1955d, 1959).
Una seconda area di studio che la attrasse fu l’analisi del movimento di lungo periodo dei prezzi. Kretschmann intese dimostrare l'inesistenza di periodicità nei cicli lunghi. Le sue ricerche, pubblicate tra gli anni Venti e Trenta, erano basate inizialmente su statistiche dei prezzi in Francia, in Inghilterra e in alcune zone italiane nei secoli XVII e XVIII (Kretschmann 1933a), e vennero ampliate in seguito anche ai secoli XIII-XVII e XVIII (Kretschmann 1935a). Le conclusioni che trasse dalle analisi svolte sono originali dato che, a differenza della maggior parte dei teorici del tempo, considerava i limiti degli effetti delle cause monetarie sul trend secolare. Infatti, per Kretschmann i movimenti dei prezzi nel lungo periodo non sono correlati principalmente con la produzione mondiale di oro e argento, questi ultimi a suo avviso costituivano solo una concausa indiretta delle ascese e discese dei prezzi, attraverso il maggiore o minore impulso dato all'attività economica. A suo avviso le variazioni dei prezzi non dipendevano neppure da cause endogene, se non in parte (per esempio dai movimenti della popolazione), ma traevano principalmente origine da trasformazioni strutturali dei sistemi economici e politici: un esempio era dato dalla differenza nell’offerta dei prodotti sul mercato che si verificava nei periodi di pace rispetto ai periodi di guerra, oppure dai mutamenti nella produzione dovuti a nuove tecniche o all'apertura di nuovi sbocchi. Erano quindi gli adattamenti strutturali a dare l'impronta ai movimenti dei prezzi, attraverso i mutamenti apportati alla domanda e all'offerta dei prodotti e spesso dipendenti da cause politiche e ideologiche. Da notare è che la sua interpretazione del movimento dei prezzi di lunga durata si opponeva, negli anni in cui è stata elaborata, tanto a quella sostenuta nel 1937 dall’economista svedese Karl Gustav Cassel, quanto a quella del russo Nicolaj D. Kondratiev.
Una terza area di ricerca attorno a cui Kretschmann si concentrò, soprattutto nel corso degli anni Trenta, riguardò temi di economia e politica finanziaria, in particolare lo stato come soggetto di attività di produzione e di consumo, la natura dell'attività economica dello stato e l'influenza della politica economica sui prezzi (1931d; 1933b; 1935b). Jenny condusse anche ricerche sulle politiche di espansione coloniale (1936a) e sulle politiche di autarchia vista come lenta evoluzione dal protezionismo (1936b), che vennero apprezzate. Nei suoi studi, l’autrice mise in luce le funzioni ordinarie e straordinarie dell'autarchia, le condizioni, i limiti, i metodi e i provvedimenti usati, gli indirizzi seguiti nei vari sistemi politici ed economici, e indagò quale potesse essere nel nuovo mondo economico in formazione il coordinamento dell'economia autarchica con l'economia internazionale e mondiale. In questo stesso filone di ricerca rientra anche il tema della tassazione del risparmio (1940b) e delle conseguenze sul mercato delle politiche del governo statunitense tendenti, attraverso l'imposta sui profitti, a colpire la formazione del risparmio (1939a; 1939b). Appartengono infine a questo ambito i testi delle lezioni di Politica economica e finanziaria (1950a; 1954a) rivolte agli studenti dei suoi corsi.
Il quarto filone di ricerca consistette in ricerche di storia del pensiero economico, su cui ci soffermeremo particolarmente per l’importanza che ebbero nella sua produzione scientifica e per l’impatto sulla disciplina. Quando Jenny Kretschmann cominciò a insegnare la Storia delle dottrine economiche, nei primi anni Quaranta, l’insegnamento era presente in numerose università italiane. Pubblicò manuali (Kretschmann 1949b, 1951d; 1954b; 1961a; 1961b) e importanti articoli (Kretschmann 1944-45, 1955e, 1956, 1958b, 1958c) che, basati su un approccio interdisciplinare, affermavano che i sistemi possono essere compresi appieno solo se inseriti nel contesto politico, sociologico e ideologico in cui si sono evoluti nel tempo. Qui esamineremo i temi che ci sembrano di maggiore originalità per la sua epoca.
L’interesse che Kretschmann dimostrò per correnti di pensiero della tradizione italiana del XVIII secolo non era comune nel panorama degli studi dei primi decenni del XX secolo[6]. Di particolare importanza sono i suoi studi sulle premesse filosofiche del pensiero di Antonio Genovesi nella sua Economia civile (Kretschmann 1956), in cui l’autrice stabilì la connessione tra Genovesi e la tradizione dei moralisti scozzesi, che davano risalto al significato della virtù[7]: la felicità pubblica dipenderebbe pertanto dal bilanciamento tra la ricerca del bene individuale e il bene pubblico perché ciò che è benefico per la società e l’umanità lo è ugualmente per gli esseri umani (Kretschmann 1949b, p. 244). Genovesi fu, secondo Jenny Kretschmann, il primo grande pensatore nel ramo dell’economia; fu anche il primo cattedratico di Economia in Italia e il suo insegnamento rappresentò la prima spinta verso lo studio di queste problematiche.
Altrettanto inusuale fu l’interesse di Kretschmann per le “moderne tendenze” della tradizione statunitense (1949a) – e in special modo per l’Istituzionalismo (1958a, 1964) – come insieme di filoni che analizzano il "valore sociale" della condotta umana. Secondo Kretschmann le scelte individuali si esprimono e prendono forma in contesti caratterizzati dalla presenza di istituzioni, costumi ed abitudini, e un intero capitolo del suo manuale (1949b, cap. XXVIII) è dedicato all’istituzionalismo. Ma la sua ricerca si concentrò anche sulle dottrine economiche statunitensi che si svilupparono a partire dalla fondazione dell’American Economic Association nel 1885 (Kretschmann 1949b, capitoli XXVII e XXVIII). L’autrice era convinta che, durante questa fase iniziale, gli unici economisti di rilievo fossero stati H. Carey, H. Georges, e F. A. Walker, e che solo nella seconda fase si fosse registrato uno sviluppo verso la maturità della disciplina, con gli utilitaristi, i seguaci della crematistica, i matematici e gli statistici, e gli istituzionalisti intorno a Veblen e Commons che nel 1925 pubblicarono un importante volume collettaneo curato da Rexford Guy Tugwell: The Trend of Economics.
Interessante è anche la focalizzazione di Kretschmann sul pensiero socialista, a cui dedicò due interi capitoli del suo manuale. Prese le mosse dall’evoluzionismo di Stein e dalla dialettica di Hegel per arrivare al Capitale di Marx, senza dimenticare il Manifesto e gli scritti del gruppo dei suoi seguaci: Engels, and Kautsky, la fazione socialdemocratica dei bolscevichi, i revisionisti, i socialisti di stato, i trade-unionisti, i “socialisti della cattedra” e infine i cristiano-sociali e il cattolico Giuseppe Toniolo. Tra i socialisti, dedicò alcune pagine ad Achille Loria che fu un influente marxista italiano favorevole all’abolizione della proprietà privata della terra e che in un certo senso cercò di intrecciare il materialismo storico con il modello idealistico. Nell’area della sua critica filosofica nei confronti del marxismo Kretschmann assegnò una posizione di rilievo ad altri importanti pensatori italiani tra cui Antonio Labriola, Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Rodolfo Mondolfo e Arturo Labriola.
Ci sono infine due tasselli indimenticabili della sua bibliografia che rappresentano una testimonianza forte dell’impegno che Kretschmann sentì come inderogabile in direzione della diffusione del pensiero economico. Si tratta dei suoi numerosi contributi al Novissimo digesto italiano e delle numerose traduzioni dal tedesco pubblicate nell'ambito della "Nuova collana di economisti stranieri e italiani" della UTET. Una riguarda l'opera di Ernst Wagemann, Introduzione alla teoria della congiuntura economica (prima edizione 1929), che include un’eccellente Appendice scritta da Kretschmann stessa in cui è analizzata in dettaglio la bibliografia italiana riguardante le crisi e i cicli economici (Kretschmann 1932, pp. 201-207). Altre traduzioni furono dedicate alle opere di Ludwig von Mises (1928), di Knut Wicksell (1897) e di Friedrich Hayek (1932). A queste si aggiunse la traduzione dall'inglese della quinta edizione del manuale di Paul Samuelson Economia (UTET 1964).
Il nome di Jenny Kretschmann è stato troppo a lungo poco conosciuto e, quando raramente ci si è ricordati di lei, lo si è fatto affiancandola alla figura di suo marito, persona influente nel tessuto accademico italiano e ben conosciuto anche all’estero. Eppure anche lei fu autrice di pubblicazioni che ebbero autorevoli riconoscimenti. Come si è visto, sin dai suoi primi passi pubblicò in sedi autorevoli ed alcuni tra i suoi numerosi lavori scientifici furono pubblicati in prestigiose riviste economiche del tempo, sia italiane che straniere. Ricordiamo ancora una volta che fu Luigi Einaudi, nel 1915, a richiedere alla giovane studiosa un estratto della sua tesi per inserirlo nella collana di “Studi di economia, finanza e statistica”[8], e che in quegli stessi anni (1914-1915) la Rivista italiana di sociologia pubblicò riassunti delle sue ricerche sulla Siberia. Nel decennio successivo tre recensioni del suo saggio del 1926 furono pubblicate in The Economic Journal e nella rubrica “Books and Publications” di The Economist (08/01/1927). Gli scritti degli anni Trenta ebbero notevole risonanza, con recensioni nella Rivista internazionale di scienze sociali (1935, 1936, 1937), nella Revue d'économie politique (1936), nel Weltwirtschaftliches Archiv (1936), nell’Allegmeine und angewandte Statistik, da parte di Costantino Bresciani Turroni, in Egypte contemporain (1936), in Jahrbicher fur Nationalökonomie (1937) e in Finanz-Archiv (1938). La sua analisi sulle imposte fu presentata nella Rivista di politica economica (1941), il suo Manuale di storia delle dottrine economiche fu recensito in Statistica (1952), e nel 1955 furono ripresi i contenuti dei suoi lavori sull'economia sovietica in Review of the Economic Conditions in Italy. Le pubblicazioni che hanno lasciato una vera eredità nella letteratura internazionale sono la monografia del 1926 sulla questione agraria in Russia e il volume del 1935 su otto secoli dei movimenti dei prezzi. I dati da lei raccolti negli anni Trenta sono stati recepiti negli anni Novanta nel volume The Great Wave di D.H. Fischer, un classico dell'argomento, in cui l'opera di Jenny Kretschmann è considerata una delle più intelligenti e creative analisi del trend dei prezzi di lungo periodo (Fischer 1996).
Se è nota la necessità di superare la distinzione tra la sfera pubblica e quella privata nella ricostruzione della storia delle donne, la biografia di Kretschmann è un chiaro esempio di non separazione della scienza dall'ambito domestico, e di trasgressione dal modello tradizionale ottocentesco di definizione della famiglia come ambito del privato. La vita la situò sempre all'incrocio tra, da un lato, l'esperienza dei risultati conseguiti in campo scientifico e della difficoltà della carriera accademica e, dall'altro, la soddisfazione tratta e alimentata dalla pienezza della vita familiare, sociale e amicale[9]. Benché di indole riservata, non fu donna che visse appartata o che chiuse tra le mura domestiche le proprie convinzioni e le proprie idee. Lavorò autonomamente al fianco del marito, ognuno dei due approfondendo il proprio originale disegno. Si impegnò con spirito critico dentro le istituzioni del tempo, e combatté per esercitare tutti i diritti di cui, anche lei, si sentiva legittimamente depositaria e portatrice. La versatilità, la curiosità profonda per le novità e per le nuove realtà è testimoniata dall’intera sua vita. Quando, nel 1971, commentò la nuova opposizione nata nel movimento studentesco tanto in America come in Europa, vi lesse la ricerca di una dimensione diversa della vita, che non riducesse l’uomo ad una “cosa” come avveniva nella società industriale avanzata, e che desse spazio al vero sapere e all’essere autentico.
[1] Archivio della Facoltà di Giurisprudenza della Reale Università di Pavia. Decreto di Pietro Vaccari Preside della Facoltà di Giurisprudenza, 4 giugno 1935. AFG, Faldone 3, Serie I/0003/001(E).
[2] AFG, Faldone 3, Serie 1/0003/001.
[3] Ministero dell'Educazione Nazionale-Direzione Generale dell'Istruzione Superiore, 21 febbraio 1930. Documento conservato nell'AFG.
[4] "Notizie sulla operosità scientifica e sulla carriera didattica della Prof. Dott. Jenny Griziotti Kretschmann", AFG, Faldone n.4, serie 1/0004/0.
[5] AFG, Faldone n. 3, Serie I/0003/002.
[6] Vedi Kretschmann (1949b): cap. XIX, “Gli economisti italiani del secolo XVIII - La scuola napoletana” (pp.216-237); cap. XXV, “Maffeo Pantaleoni” (pp.304-312); cap. XXII, “Le moderne tendenze europee - La scuola italiana” (pp.427-447); cap. XXIV, “Gli economisti italiani del XIX secolo” (pp. 291-303).
[7] Cita Shaftesbury, Hume, Hutcheson, and Cumberland.
[8] AFG, Faldone n. 3,1/0003/002[E].
[9] Sul tema si vedano, Browne (1995), Cavazza (1995), Simili (2006).
OPERE
Pubblicazioni
- 1915. La colonizzazione della Siberia. Coll. "Studi di economia, finanza e statistica" editi dal Giornale degli economisti e Rivista di Statistica, Athenaeum, Roma.
- 1917. “La Russia e la sua politica commerciale dopo la guerra”. La Riforma sociale, a.XXIV, vol. XXVIII, marzo-aprile, pp. 3-11.
- 1920. “Il controllo operaio nella Russia dei Soviet”. Il Corriere economico, anno V, 42, pp. 687-690.
- 1921a. “I salari e le condizioni di lavoro in Russia”. Il Corriere economico, anno VI, 1, pp. 34-38.
- 1921b. “I sistemi di retribuzione del lavoro nella Russia dei Soviet”. Il Corriere economico, 3 febbraio, pp. 66-70.
- 1926a. La questione agraria in Russia prima e dopo la rivoluzione. Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, Piacenza.
- 1926b. “Lo stato economico e agricolo della Russia dei Soviet”. Giornale degli economisti e Rivista di Statistica, serie IV, anno XLI, fasc. 6, pp. 1-19.
- 1928a. “L’agriculture et les conditions économiques en Russie des Soviets”. Revue économique nationale, juillet.
- 1928b. “Inflazione e prezzi in Russia prima della riforma monetaria bolscevica”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, serie IV, anno XLII, fasc. 6, pp. 433-466.
- 1928c. “La riforma monetaria bolscevica”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, serie IV, anno XLIII, fasc. 8, pp. 693-713
- 1928d. “La congiuntura economica degli ultimi anni in Russia”, Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, s. IV, a. 43, vol. 68, pp. 950-977
- 1929a. “Moneta e prezzi nella Russia dei Soviet. Esame critico delle teorie sulla moneta e sui prezzi nell'esperienza economica russa”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, giugno , s. IV, vol. 69, pp. 341-372
- 1929b. “La crise économique et les rapports internationaux de la Russie des Soviets”. Revue économique internationale, a. XXI, vol III, 2, pp. 335-377.
- 1930. “Lo spirito di lucro come movente dell'attività economica. (A proposito di uno studio del Prof. Liefman)”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, a. XLV, vol. LXX, luglio, pp. 634- 642.
- 1931a. “Le dottrine sui trasferimenti e il problema delle riparazioni germaniche”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, a. XLVI, vol. LXXI, genn., pp. 1-38.
- 1931b. “Collettivizzazione agricola e dumping sovietico”. Commercio, febbraio, a. IV, 2, pp. 3-7.
- 1931c. “L'organizzazione del lavoro nel piano quinquennale”. Rivista di politica economica, giugno, pp. 662-665.
- 1931d. “La funzione dei prezzi e l'economia regolata”. Giornale degli economisti e Rivista di Statistica, serie IV, anno XLVI, fase. 9, pp. 617-648.
- 1932. “Bibliografia italiana delle crisi, dei cicli e dei barometri economici”. In E. Wagemann (ed), Introduzione alla teoria della congiuntura economica (Ia ed. 1929), "Nuova Collana di Economisti stranieri e italiani", diretta da Giuseppe Bottai e Celestino Arena, volume 6 (Cicli economici), Torino, UTET, pp. 201-207.
- 1933a. “Ricerche sulle fluttuazioni economiche di lunga durata”, Giornale degli economisti e Rivista di Statistica, a. XLVIII, vol. LXXIII, pp. 461-508.
- 1933b. Lo Stato come soggetto economico. Studi metodologici sul l'economia politica. Pubblicazione della Regia Università di Pavia - Studi nelle scienze giuridiche e sociali, Pavia, Libreria Treves.
- 1935a. Il problema del trend secolare nelle fluttuazioni dei prezzi. Pubblicazione della Regia Università di Pavia - Studi nelle scienze giuridiche e sociali, Pavia, Libreria Treves.
- 1935b. “Costi e prezzi nell'economia corporativa”. Annali di scienze politiche della facoltà di Scienze Politiche, Regia Università di Pavia, vol. VIII, marzo-giugno, fase. I, Pavia, Libreria Treves.
- 1936a. “La crisi del capitalismo e l'espansione coloniale”. Annali di scienze politiche della facoltà di Scienze Politiche, Regia Università di Pavia, a. IX, vol. IX, fase. II-III, Pavia, Libreria Treves.
- 1936b. Autarchia economica e finanziaria ed economia mondiale. Padova, Cedam.
- 1937a. “Caratteri finanziari distintivi del prestito imposta immobiliare”. Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze, marzo, pp. 3-11.
- 1937b. “La teoria generale del valore nell'economia”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, a. LII, n. 9, pp. 633-653.
- 1938. “La teoria generale del valore nell'economia”. Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica, a. LUI, marzo, n. 3, pp. 185-205; a. LIII, n. 6, pp. 433-452.
- 1939a. “Ricerche americane sulle imposte e sulla distribuzione e redistribuzione della ricchezza”. Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze, a. III, vol. 3, pp. 97-99.
- 1939b. “Il risparmio forzato, l'autofinanziamento e l'imposta sui profitti non distribuiti”. Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze, a. III, vol. 3, pp. 140-162.
- 1939c. (con F. S. Grazioli). “Prospettive economiche e finanziarie della guerra nella letteratura straniera”. Rivista di Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, a. III, vol. 3, pp. 269-289.
- 1939d. “Influenza dei fattori monetari e non monetari sul movimento dei prezzi di lunga durata”. Rivista di Politica Economica, a. XXIX, fasc. IX-X, settembre-ottobre, pp. 827-833.
- 1940a. “Il basso saggio dell'interesse e le finanze di guerra”. Rivista di Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, a. IV, n. 2, giugno, pp. 102-105.
- 1940b. “Sulla pretesa doppia tassazione del risparmio”. Rivista di Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, a. IV, n. 4, dicembre, pp. 330-332.
- 1941. “Coordinamento tra diritto, etica, economia e finanza nella dottrina istituzionalista americana”. Rivista di Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, a. VII, n. l, marzo, pp. 38-43.
- 1942. Piano economico di zona (Provincia di Pavia). Relazione per il Comitato della Ricostruzione Economica.
- 1943. “K.G. Myrdal e l'elemento politico nella dottrina economica e finanziaria”. Rivista di Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, a. VII, n. 2, giugno, pp. 102-105.
- 1944-1945. “Il posto di Ernst Ludwig Cari e di Adamo Smith nella storia delle dottrine economiche”. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Classe di Lettere, Rendiconti, vol. LXXXVIII, fasc. 1.
- 1946. Le caratteristiche della finanza sovietica. Rassegna del Centro Economico per la Ricostruzione, 30 aprile.
- 1949a. “Il nuovo indirizzo scientifico nell'economia americana”. Critica Economica, febbraio, 1, pp. 36-44.
- 1949b. Storia delle dottrine economiche. Torino, UTET.
- 1950a. Politica economica e finanziaria – Lezioni. Milano, Edizioni universitarie, Malfasi
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- 1951a. “Il movimento della produzione e dei prezzi nella congiuntura mondiale”. Congiuntura Economica, 62, maggio.
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Attività a carattere economico
Traduzioni
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- 1935. Friedrich Hayek, Vicende della valuta aurea (I ed. 1932). “Nuova Collana di Economisti stranieri e italiani”, diretta da Giuseppe Bottai e Celestino Arena, ottavo volume (Mercato monetario), Torino, UTET, pp. 521-537.
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Manoscritti e altri documenti
BIBLIOGRAFIA
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FONTI ARCHIVISTICHE
- Archivio Famiglia Griziotti (AFG)
- Istituto di Finanza, Università degli Studi, Pavia.
- Archivio della Facoltà di Giurisprudenza della Reale Università di Pavia.