Paola Maria Arcari è stata una studiosa poliedrica e attiva in molti campi disciplinari, occupandosi prevalentemente di statistica, storia dell’economia, filosofia del diritto e storia delle dottrine politiche. Successivamente alla laurea in Scienze politiche, negli anni Trenta diede un importante contributo alla statistica dei salari, collaborando con l’Istat come borsista. Dopo la guerra fu preside della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari e presidente della sezione cagliaritana dell’UDI (Unione Donne Italiane).
Paola Maria Arcari nacque a Friburgo, in Svizzera, da Maria Adele Pievani e Paolo Arcari. Il padre fu dapprima di idee politiche cattolico-democratiche, e poi liberal-nazionaliste; fu romanziere, critico letterario e professore di letteratura italiana all’Università cattolica di Friburgo (dove ricoprì anche l’incarico di Rettore dal 1928 e poi dal 1931 quello di preside della Facoltà di Lettere), ed ebbe una forte influenza sulla formazione della figlia (Ponte 1961). La madre Maria Pievani, anche lei un’intellettuale e amica di Grazia Deledda, apparteneva a una famiglia del patriziato valtellinese che annoverava tra i suoi ascendenti un patriota, Antonio Pievani, salpato nel 1860 alla volta della Sicilia al seguito di Garibaldi.
Dopo la conclusione degli studi liceali a Milano, Paola Maria Arcari si iscrisse alla Facoltà di Scienze politiche di Roma, dove seguì con particolare interesse le lezioni di Giorgio Del Vecchio (che era anche un amico della famiglia) e Corrado Gini. Con il primo si laureò nel 1930 con una tesi di filosofia del diritto, su Obbligatorietà morale e obbligatorietà giuridica. Gini, invece, la introdusse agli studi di Statistica e Politica economica, innestati su una solida formazione filosofica, letteraria e giuridica, grazie anche al Perfezionamento in economia dopo la laurea.
Paola Maria Arcari sviluppò le sue ricerche scientifiche sia verso il filone storico-politico, sia verso quello socio-statistico. Già prima della laurea, nel 1928 aveva pubblicato il volume La Scala dei primi, che riuniva due saggi, uno sulla proprietà e un altro sul pensiero politico di Dante fra San Tommaso e Machiavelli. Nel 1930 scrisse uno Studio sulle lingue nazionali della confederazione elvetica e nello stesso anno redasse la voce «Statistica» per il Grande Dizionario Enciclopedico della Utet. Contemporaneamente cominciò a collaborare con la Rassegna femminile italiana, segno di un interesse per la condizione femminile che si può riscontrare in molti suoi futuri lavori. Nel 1931 pubblicò su Politica un saggio dal titolo Imperialismo economico americano, e nello stesso anno divenne caporedattrice de La vita economica italiana, su invito di Corrado Gini. Nel 1932 Gini chiese a Paola Maria Arcari di contribuire anche a un manuale di statistica che ebbe circolazione fra anni Trenta e Quaranta (Arcari 1935).
La collaborazione scientifica con Gini, all’epoca presidente del giovane Istituto centrale di statistica (Istat), la portarono per il triennio 1932-1934 a svolgere attività di ricerca presso l’Istituto in qualità di borsista (unica donna in questo ruolo in quegli anni), in particolare per la ricostruzione di serie storiche dei salari in Italia. Le sue ricerche, svolte sotto la direzione del direttore generale dell’Istat Alessandro Molinari, ricevettero diversi riconoscimenti e sono ancora oggi citate come fonte per la ricostruzione dei dati sui salari, anche per l’attenzione prestata alla dimensione di genere. Nel 1933 vinse il Premio della Fondazione Marco Besso proprio in seguito ai suoi lavori sui salari, tra cui Il rapporto tra salari femminili e maschili secondo le prime risultanze di un‘inchiesta sul bracciantato agricolo (Arcari 1932), e La variazione dei salari agricoli in Italia dalla fondazione del Regno al 1933 (Arcari 1936), uscito sugli Annali di Statistica. Questo studio venne poi pubblicato in forma autonoma come Storia delle classi agrarie in Italia e delle loro mercedi (Arcari 1936b). L’opera ricevette il plauso dello statistico Ugo Giusti, secondo cui nel lavoro di Arcari «i dati numerici [erano] fatti vivere nell’ambiente al quale si riferivano in modo da conservare, pur attraverso le elaborazioni statistiche, il valore di documenti storici» (Orrù 2007: 216).
Dopo aver iniziato la carriera accademica all’Università di Roma come assistente volontaria nella Scuola di statistica e libera docente di Storia delle dottrine politiche alla Facoltà di Giurisprudenza, dal 1935 al 1939 fu assistente incaricata all’Università di Torino, dove continuò a insegnare Storia delle dottrine politiche. Nel 1938 e nel 1939 insegnò ancora all’Università di Roma e tenne un corso al Magistero di Ostia su «La dottrina economica in rapporto all’idea di Stato». Tra il 1934 e il 1939 pubblicò Le elaborazioni della dottrina politica nazionale dall’Unità all’intervento in tre volumi, a cui non fece seguito l’annunciata parte dedicata al passaggio dal nazionalismo all’imperialismo fascista.
Nel 1939 iniziò ad insegnare presso l’Università di Cagliari, dove venne accettata anche grazie all’amicizia materna con Grazia Deledda, come straordinaria di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Giurisprudenza. Avrebbe raggiunto l’ordinariato alla fine del 1942, divenendo preside della Facoltà dal 1947 alla sua improvvisa morte nel 1967. A lei si deve, fra le altre cose, la trasformazione del corso di laurea in Scienze Politiche in Facoltà autonoma. Nel frattempo ottenne anche diversi affidamenti per l’insegnamento di Dottrina dello Stato, Statistica, Storia delle dottrine economiche, Economia politica corporativa, Politica economica e finanziaria, Storia del Risorgimento. Nel 1943 insegnò all’Università di Milano anche Storia economica italiana.
L’interesse di Paola Maria Arcari per la storia delle dottrine politiche è testimoniato da numerosi contributi. Oltre a quelli già menzionati, il saggio La fisionomia del pensiero politico italiano nelle sue origini medieve, del 1942, e i due volumi della Storia delle dottrine politiche italiane usciti fra il 1943 e il 1946. Negli anni della guerra curò la riedizione di un’antologia sul pensiero politico di Cavour, finita di stampare nel 1944, che testimonia un’attenzione ai fondamenti teorici del liberalismo, rispondente, in quella fase della vita politica italiana, all’esigenza di rifondare le basi politiche dello Stato. Risale a quella fase, non a caso, un riposizionamento politico verso la liberaldemocrazia da parte di Paola Maria Arcari, che era rimasta di orientamento liberale monarchico e nazionalista anche durante il fascismo, sebbene risulti iscritta al Partito Nazionale Fascista sin dal 1922.
Nel dopoguerra intraprese una collaborazione con la casa editrice L’Arco di Firenze, per la pubblicazione di antologie dedicate ai classici del pensiero politico, da Pareto (in un volume a cura della stessa Paola Maria Arcari (1948b) a Sorel (pubblicazione affidata al giovane Giovanni Spadolini, con cui avviò un rapporto epistolare). Sempre in quegli anni cominciò a collaborare con l’Istituto di sociologia economica di Le Havre.
Nel 1952, al congresso internazionale di Scienze Politiche svoltosi all’Aja, Paola Maria Arcari tornò a coltivare i propri interessi per la condizione femminile con una relazione su «Le rôle des femmes dans la vie politique». La centralità dei suoi interessi storico-politici non le impedirono infatti di affrontare negli anni Cinquanta alcuni importanti aspetti legati alla statistica del lavoro, in particolare con la stesura del saggio monografico sulla disoccupazione in Sardegna, nell’ambito dell’Inchiesta parlamentare sulla disoccupazione del 1952. A conclusione del suo saggio, ricco di dati e considerazione storico-economiche, Arcari ricordava come «le cause della disoccupazione trascendono le capacità di reazione del singolo, appunto perché, a modificare una struttura economica, le forze individuali non bastano, ma occorre una coerente ed organica azione collettiva» (Arcari 1953: 735).
Aderì all’UDI (Unione Donne Italiane) di cui, dal 1960, fu la presidente della Sezione di Cagliari. Nell’ultima parte della sua vita continuò a occuparsi di temi e aspetti legati al lavoro, anche in qualità di componente del Comitato di esperti della programmazione per la Regione sarda, dedicando molte delle sue energie allo studio della condizione femminile in Italia, con riferimento al ruolo delle donne nell’economia e nel mercato del lavoro, nella politica e nella società. Uno dei suoi contributi dei primi anni Sessanta, rimasto inedito e pubblicato postumo, è non a caso dedicato a Il lavoro femminile e la pianificazione (Arcari 1978), un testo che prendeva in considerazione questioni come la riduzione del gap salariale di genere e la riduzione del tasso di attività femminile nel contesto del boom economico.
I temi storico-politici a lei cari furono ripresi in alcune delle sue ultime pubblicazioni. Tra il 1965 e il 1966 portò a termine due lavori sul pensiero di Pareto: La formazione psicologica della teoria delle aristocrazie, apparso nei Cahiers Pareto di Ginevra (Arcari 1965) e Socialismo e Democrazia nel pensiero di V. Pareto (Arcari 1966).
OPERE
Pubblicazioni
- 1928. La Scala dei primi. Milano, Alpes.
- 1930. Le lingue nazionali della confederazione elvetica e i loro spostamenti attraverso il tempo. Roma, Stabilimento tipografico ditta Carlo Colombo.
- 1932. “Il rapporto tra salari femminili e maschili secondo le prime risultanze di un’inchiesta sul bracciantato agricolo”. La vita economica italiana, VI, pp. 64-78.
- 1934 (con Giorgio del Vecchio). “L’affollamento delle università e la disoccupazione dei lavoratori intellettuali”. L’economia italiana. Rassegna fascista mensile di politica ed economia, XIX, 3, pp. 126-133.
- 1935. “Salari e costo della vita”. In Trattato elementare di statistica. Statistica economica, vol. 5, I, Milano, Giuffrè, pp. 83-130.
- 1934-1939. Le elaborazioni della dottrina politica nazionale fra l’unità e l’intervento (1870-1914). Firenze, Marzocco.
- 1935. Lineamenti di storia delle dottrine economiche in rapporto all‘idea di Stato. Roma, Lit. Ferri.
- 1936a. “La variazione dei salari agricoli in Italia dalla fondazione del Regno al 1933”. Annali di Statistica, VI, 36, pp. 1-754.
- 1936b. Storia delle classi agrarie in Italia e delle loro mercedi. Roma, Tip. Failli.
- 1938. La Francia nell’opinione pubblica italiana dal ‘59 al ‘70. Milano, V. Colonnello.
- 1939. Principi di diritto e di economia come introduzione allo studio dello Stato fascista. Firenze, Marzocco.
- 1942. “La fisionomia del pensiero politico italiano nelle sue origini medieve”, in Studi economico-giuridici dell’Università di Cagliari, vol. XXIX. Como, Cavalieri, pp. 108-143.
- 1943-1946. Storia delle dottrine politiche italiane. Como, Cavalleri.
- 1944. Il pensiero politico di Cavour. Milano, Istituto per gli studi di politica internazionale.
- 1948a. “‘Il ‘48 in Sardegna’, Discorso inaugurale dell’Anno Accademico 1947-48”. In Annuario dell’Università degli Studi di Cagliari. Sassari, Gallizzi, pp. 17-43.
- 1948b. Pareto. Firenze, L’Arco.
- 1952. Le rôle des femmes dans la vie politique. Padova, Cedam.
- 1953. “Sardegna”. In Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla disoccupazione, La disoccupazione in Italia, III, IV, Sardegna, pp. 631-736.
- 1965. “La formazione psicologica della teoria delle aristocrazie”. Revue Européenne d’Histoire des Sciences Sociales, 5, pp. 213-258.
- 1966. Socialismo e democrazia nel pensiero di Vilfredo Pareto. Roma, Volpe.
- 1968. Idee e sentimenti politici dell’alto Medioevo. Milano, Giuffrè.
- 1978. “Il lavoro femminile e la pianificazione”. In Università di Cagliari (a cura di), Studi in memoria di Paola Maria Arcari. Milano, Giuffrè, pp. xliii-lxiii.
Attività a carattere economico
- 1932. Borsista presso l’Istat.
- 1947. Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari.
- 1952. Curatrice della monografia “Sardegna” per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla disoccupazione.
- 1954. Presidente onoraria dell’Associazione Polis.
- 1960. Presidente dell’UDI – Sezione di Cagliari.
- 1962. Componente del Comitato di esperti della programmazione per la Regione sarda.
Traduzioni
Manoscritti e altri documenti
BIBLIOGRAFIA
- Alberti, Manfredi; Battente, Saverio Luigi. 2024. “Paola Maria Arcari”. In Barucci, Piero; Mosca, Manuela; Misiani, Simone; Manzalini, Fiorenza (a cura di), Scrittori italiani di economia durante il Regno d’Italia. Roma, Bancaria Editrice, ad vocem.
- Corona Corrias, Maria (a cura di). Paola Maria Arcari. Ritratto a più voci. Firenze, Centro Editoriale Toscano.
- Finzi, Claudio. 1979. “L’itinerario di Paola Maria Arcari”. Rivista internazionale di filosofia del diritto, 3, 56, pp. 335-347.
- Gentile, Francesco. 2007. “Paola Maria Arcari”. L’Ircocervo, 1. https://lircocervo.it/?p=396.
- Orrù, Tito. 2007. “La vita e gli scritti di Paola Maria Arcari”. In Corona Corrias, Maria (a cura di), Paola Maria Arcari. Ritratto a più voci. Firenze, Centro Editoriale Toscano, pp. 211-254.
- Ponte, Giovanni. 1961. “Paolo Arcari”. In Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, ad vocem.
- Porciani, Ilaria Porciani; Scattigno, Anna. 1997. “Donne, ricerca e scrittura di storia in Italia tra Otto e Novecento: un quadro d’insieme”. Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento, 23, pp. 265-299.
- Università di Cagliari (a cura di). 1978. Studi in memoria di Paola Maria Arcari. Milano, Giuffrè.
FONTI ARCHIVISTICHE
- Archivio Centrale dello Stato, fascicolo personale
- Archivio storico dell’ISTAT
- Archivio storico dell’Università di Roma
- Archivio storico dell’Università di Torino
- Archivio storico dell’Università di Cagliari
- Archivio Giovanni Spadolini (Firenze)
- Archivio Paolo Arcari (Tirano, SO)
SITOGRAFIA
- Cogoni, Laura; Todde, Eleonora. 2020. “Ad vocem”. Archivio Storico. Università degli Studi di Cagliari. https://archiviostorico.unica.it/persone/arcari-paola-maria
- Albesano, Silvia. “Arcari Paolo (sec. XVI-sec. XX)”. Regione Lombardia. https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA008817/