Aurelia Josz, imprenditrice culturale, contribuì alla formazione di imprenditrici e manager nel settore agricolo. Dal 1902 al 1931 fondò, diresse e gestì la prima Scuola Pratica Agricola Femminile in Italia. Il suo scopo era triplice: formare imprenditrici e manager moderne fornendo loro gli strumenti tecnici ed economici per la gestione delle aziende agricole; permettere alle donne svantaggiate di raggiungere l'indipendenza economica; contrastare l'esodo e l'impoverimento delle campagne italiane causati dall'urbanizzazione.
Aurelia Josz nacque in una famiglia ebraico-ungherese che si era stabilita a Firenze. Suo padre, Ludovico, era un incisore d'arte, mentre sua madre, Emilia Finzi, era un'insegnante. Frequentò il Liceo e successivamente si laureò alla Scuola di Magistero dell'Università di Firenze. Nel 1890, all'età di 21 anni, si trasferì a Milano per insegnare Storia e Geografia, cosa che fece fino all’età della pensione, nel 1934. Durante la sua lunga carriera come insegnante Aurelia si prodigò per trasformare i metodi pedagogici tradizionali e promuovere un insegnamento basato sulla pratica. Nel 1904, a Milano, fondò una scuola agraria per ragazze (Scuola pratica agricola femminile, SPAF): viaggiò in Svizzera, Inghilterra, Francia e Belgio per esaminare i programmi di insegnamento in quei paesi e trarre possibili suggerimenti, infine trasferì la scuola a Niguarda, vicino Milano, dove rimase fino al 1933. Aurelia si unì al Gruppo Sionistico di Milano, fondato da Bettino Levi (Buseghin 2012), mentre il suo atteggiamento verso il socialismo era complesso, come scrisse nella sua autobiografia: "se indulgessi, in teoria, nello spirito del socialismo, di cui riconoscevo l'influenza innovativa, realizzavo anche i lati pericolosi delle sue manifestazioni e non mi piaceva la sua troppo frequente volgarità formale" (Josz 1932, p. 7). La sua attitudine filantropica si rivelò in occasione del terremoto che distrusse Messina nel 1908, successivamente durante la pandemia di influenza spagnola del 1919, e durante la Prima Guerra Mondiale la SPAF fu molto attiva nel fornire aiuto ai soldati, specialmente vestiti e calze. Nel 1932 il regime fascista chiuse la scuola, ma la perdita del progetto di una vita non scosse l'atteggiamento di Aurelia, che iniziò a scrivere più intensamente di prima: pubblicò una storia della sua scuola (Josz 1932), un'edizione critica delle opere di Boiardo e un romanzo storico. A causa di un braccio rotto non poté fuggire in Svizzera con il resto della sua famiglia per salvarsi dalle leggi razziali introdotte in Italia nel 1938. Nel 1944, mentre si nascondeva in un convento, fu arrestata e deportata ad Auschwitz, dove morì nelle camere a gas.
LA SCUOLA PRATICA AGRICOLA FEMMINILE. Come è ampiamente noto, l'istruzione formale era preclusa alle ragazze, sia perché veniva loro negato l'accesso alle università, sia per la mancanza di classi per ragazze all'interno del sistema scolastico superiore. La situazione iniziò a cambiare nella seconda metà del XIX secolo, quando sorsero istituzioni private, principalmente fondate e gestite da imprenditrici culturali, dedicate a fornire alle ragazze una istruzione superiore anche in settori non tradizionalmente femminili. Questo fu il caso di Aurelia che, ispirata da Virginia Mary Crawford (1862-1948), e da Daisy Greville, contessa di Warwick (1861-1938), voleva realizzare in Italia un cambiamento culturale nel mondo femminile. Incoraggiata anche dal Ministro Baccelli, iniziò a ottenere i primi finanziamenti privati. Il primo passo concreto fu compiuto nel 1902, con l'attivazione di un singolo corso agrario in un noto orfanotrofio femminile milanese (Josz 1903). Si aggiunsero poi ulteriori finanziamenti, anche pubblici, e nel 1904 una vera scuola aprì finalmente le sue porte. Poi, nel 1906, il diploma rilasciato acquisì valore legale, e nel 1913 iniziò anche un curriculum di pedagogia in agricoltura dedicato alle insegnanti. Oltre ai finanziamenti privati e pubblici, la scuola riusciva anche ad essere parzialmente autofinanziata, attraverso la vendita dei beni prodotti dalle allieve. Negli anni Venti, Aurelia cercò di riformare la scuola secondo le nuove regole del Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile: nel 1922 incontrò personalmente Mussolini il quale, nel 1926, aprì una nuova scuola agraria per ragazze a Roma, in cui lei stessa fu inizialmente coinvolta, ma a danno della scuola lombarda originale. Per Aurelia, la sua impresa si concluse nel 1932; in realtà, come vedremo, essa ebbe un seguito.
FINALITÀ DELLA SCUOLA. Influenzata dall'idea di Tolstoj sulla superiorità morale della cultura rurale, dal rispetto francescano per la natura e gli animali, e dalla centralità dell’agricoltura nel sionismo dell’epoca, Aurelia con la sua scuola si rivolgeva a ragazze di classe media e alta che vivevano in campagna, per insegnare loro ad amministrare i beni di famiglia, gestire un'azienda agricola, introdurre innovazioni in agricoltura e zootecnia, o insegnare agricoltura. Allo stesso tempo, la scuola mirava anche a istruire le ragazze di famiglie contadine, a fornire loro competenze per il lavoro domestico e agricolo. Femminista moderata, Aurelia mirava ad aiutare queste ultime a rendersi economicamente indipendenti, senza rinunciare alla complementarità tradizionale con gli uomini, che si prevedeva svolgessero nelle campagne i lavori più pesanti (Josz 1898). Resasi presto conto presto che l’urbanizzazione aveva un impatto enorme sul benessere di molti lavoratori, i cui standard sociali e morali diminuivano drammaticamente, con la sua scuola voleva contrastare la tendenza delle donne ad abbandonare le campagne per trasferirsi in città.
L’ECONOMIA. Gli insegnamenti economici impartiti SPAF comprendevano la contabilità e l’economia agraria, lo studio dei fattori di produzione, dei sistemi di gestione delle aziende agricole, del credito fondiario, del credito agrario, delle assicurazioni, dei consorzi e delle società cooperative. Si insegnava anche economia domestica, la nuova scienza della gestione della casa e negli anni Venti vennero aggiunte "nozioni di economia politica sugli istituti di assistenza" (Josz 1932, p. 83). Quella di istruirsi era per Aurelia una scelta economica, un investimento in capitale umano che le ragazze effettuavano per se stesse e per le proprie future famiglie. Gli effetti economici dell’istruzione delle donne dovevano riflettersi a suo avviso sia nelle loro scelte produttive, cioè nella scelta dei prodotti agricoli da coltivare, sia nelle loro scelte di consumo, sia nella possibilità di trovare in campagna un lavoro alternativo rispetto ai consueti sbocchi occupazionali femminili. Aurelia menzionava ripetutamente la capacità di innovare fornita dalla sua scuola: attraverso l'educazione agricola, le ragazze apprendevano e applicavano al mondo rurale nuove scoperte scientifiche e nuove tecnologie. Era infatti convinta che solo se la modernità fosse entrata nelle imprese agricole, esse sarebbero potute diventare competitive e redditizie. Il ritorno alla terra di Aurelia non era quindi nostalgico e conservatore, ma era pervaso da fiducia nel mondo della scienza e della tecnologia. Oltre al legame tra agricoltura e progresso, Aurelia vedeva chiaramente anche la connessione tra agricoltura e ricchezza nazionale: l'Italia, più di altri paesi europei, era secondo lei un paese a vocazione rurale. Esplicitamente anti-industrialista, riteneva che la specializzazione nella produzione agricola avrebbe portato a un cambiamento profondo anche nel commercio internazionale. In questo scenario di valorizzazione economica dell'agricoltura italiana, un ruolo centrale doveva per lei essere svolto dalle donne, per le quali il problema della concentrazione nelle pochissime attività lavorative a loro destinate era particolarmente serio: Aurelia era ben consapevole della riduzione dei salari dovuta all'eccesso di offerta della forza lavoro nei settori femminili (Josz 1905, p. 15). Per la sua cultura economica è possibile considerarla un'economista, sebbene non nel significato canonico del termine.
IMPATTO. L'influenza di Aurelia sulla sua generazione e su quelle successive è stata notevole. La sua prima pubblicazione, apparsa in un settimanale culturale nazionale, le permise di entrare in un circolo culturale femminile dove tenne il suo primo discorso, che fu riportato sul Corriere della Sera, e successivamente pubblicato (Josz 1900). Questo diede origine a una serie di recensioni, discorsi a conferenze e interventi sull'istruzione femminile, oltre ad articoli che pubblicò su riviste e giornali di ampia diffusione. Fin dai suoi primi inizi scolastici la stampa le fu molto favorevole, riportando notizie del suo primo corso nel 1902 e della sua partecipazione all'esposizione internazionale di Milano nel 1906. Questa esposizione non solo fu visitata dalla Regina Margherita, ma fu anche premiata con una medaglia d'oro. Sin dal 1900 il già menzionato Ministro dell'Istruzione Guido Baccelli divenne suo sostenitore, insieme ai ministri dell'agricoltura che incontrò ripetutamente e dai quali ottenne finanziamenti e autorizzazioni. Abbiamo già menzionato il suo incontro con Mussolini nel 1922: Aurelia credeva che fu grazie alla sua influenza se il regime fece dell'agricoltura italiana uno dei pilastri della sua politica. La fama dell'impresa di Aurelia si diffuse anche a livello internazionale: negli anni 1911-1914 il libro dei visitatori della scuola registra visite da Tokyo, Cile, Stati Uniti, Inghilterra e Spagna. Gli ultimi articoli che menzionano la scuola, scritti all'apice dell'era fascista dal futuro Ministro dell'Agricoltura, la definiscono ancora "ammirevole" (Marescalchi 1927; 1928). In generale, l'intero progetto di Aurelia Josz aveva due elementi originali e innovativi: investire nelle donne per evitare l'enorme spreco di talenti e competenze di metà della popolazione italiana e contrastare l'impoverimento delle campagne con l'ideologia del "ritorno alla terra". Di questi due auspici, solo il primo è stato gradualmente realizzato.
LA RINASCITA DELLA SCUOLA. Malgrado il fatto che le ultime pagine del suo libro descrivono come tristemente conclusa la storia della SPAF, in realtà essa riprese le sue attività già nel 1933 con una nuova direttrice approvata dal regime fascista ma che continuò ad applicare i metodi di Aurelia. Certamente, il fatto che la scuola fosse stata intitolata ad Augusta Mussolini le procurò sofferenza (D'Annunzio 2016, p. 44). Nel 1942 la scuola venne chiusa a causa della guerra e solo molto più tardi, nel 1956, fu riaperta, ancora con la stessa direttrice, in una nuova città (Monza), conservando ancora fortemente l'impronta della sua fondatrice. Oggi la scuola si dichiara fondata nel 1902 da Aurelia Josz, quindi nonostante il trauma del fascismo e delle leggi razziali, nonostante lunghe interruzioni e cambiamenti, la memoria legata a questa sua impresa sopravvive tutt’oggi.
OPERE
Pubblicazioni
- 1894. La storia di Roma, ad uso delle scuole secondarie. Milano, Galli.
- 1898. “La donna nell’agricoltura”. Fanfulla della Domenica, 20 (46).
- 1899. La storia d'Italia nel Medio evo, conforme ai programmi governativi delle scuole complementari e tecniche. Milano, Agnelli.
- 1900. La donna nell’agricoltura. Milano, Agnelli.
- 1903. Prolusione al corso teorico pratico di agraria. Milano, Agnelli.
- 1905. Le scuole femminili agrarie all’estero. Roma, Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio.
- 1908a. Lo studio della topografia nelle scuole primarie e secondarie. Venezia, Ferrari.
- 1908b. “L’istruzione agraria femminile”. Vita femminile italiana, I, pp. 5-15.
- 1910. Relazione e programma della scuola pratica agricola femminile in Niguarda. Milano, Agraria.
- 1913. “Fiammella francescana”. Nuova antologia. Revista di lettere, scienze e arti, CLIV, Fascicolo 989, pp. 278-285.
- 1932. La donna e lo spirito rurale: storia di un’idea e di un’opera. Milano, Vallardi.
- 1936. Matteo Maria Boiardo:1434-1494. Torino, Paravia.
- 1937. Severino Boezio nel dramma della romanità. Milano, Treves.
Attività a carattere economico
- 1902-1931. Fondazione, direzione e gestione della prima Scuola Pratica Agricola Femminile in Italia
Traduzioni
Manoscritti e altri documenti
BIBLIOGRAFIA
- Becchio, Giandomenica; Mosca, Manuela. 2024. “Aurelia Josz (1869-1944), educational entrepreneur, and her school of agriculture for girls”. in Manuela Mosca (a cura di), Women at work in Italy (1750-1950), their economic thought and actions, Berlin, Springer.
- Bon M. 2023. “Sì dell’aula: una strada nel nome di Josz”. Il Cittadino, 21 settembre, p. 27.
- D’Annunzio, Paola. 1999. “Aurelia Josz (1868-1944): un’opera di pionierato a favore dell’istruzione agraria femminile”. Storia in Lombardia, 2, pp. 61-96.
- D’Annunzio Paola. 2016. “Biografia”. In D'Annunzio, Paola; Heger, Simonetta; Schiaffelli, Carla, Aurelia Josz, Milano, Unicopli, pp. 19-52.
- D'Annunzio, Paola; Heger, Simonetta; Schiaffelli, Carla. 2016. Aurelia Josz, Milano, Unicopli.
- Ferruggia, Gemma; Manzi, Alberto. 1909. “Scuola di pratica poesia”. La Donna, 20 settembre, pp. 16-17.
- Marescalchi, Arturo. 1927. “La donna nelle campagne”. Corriere della Sera, 22 giugno.
- Marescalchi, Arturo. 1928. “Le maestre rurali”. Corriere della Sera, 29 dicembre.
- Negri, Ada. 1904. “Scuola agraria femminile”. Corriere della Sera, 9 dicembre, pp. 2-3.
- Nicolini, Maria. 1946. “L’alta Italia ha finalmente la sua scuola agraria femminile”. Pensiero femminile, 2 (1), p. 3.
- Panzini, Alfredo. 1903. “Una femminista di un nuovo genere”. La vita internazionale, 5 luglio.
- Poggi, Tito. 1907. La donna e l’agricoltura, Casale Monferrato, Cassone.
- Seveso, Gabriella. 2023. “Il ruolo delle donne ebree nel rinnovamento pedagogico dell’inizio del Novecento: la sperimentazione educativa di Aurelia Josz”. In Bianchi, Elisa; Vita Finzi, Paola (a cura di), Donne ebree protagoniste: Tra il XIX e il XX secolo, Milano, Guerini, pp. 29-46.
- Vita Josz, Valeria. 1957. Le origini della prima scuola agraria femminile italiana nel pensiero e nell’opera di Aurelia Josz, Nervi, Ongarelli.
FONTI ARCHIVISTICHE
- Archivio privato di proprietà della famiglia
SITOGRAFIA
- Albanese Roberto 2009, “Aurelia Josz e la Scuola Agraria” http://www.greenman.it/2009/09/aurelia-josz-e-la-scuola-agraria/
- Buseghin Maria Luciana 2012, “Aurelia Josz”, http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/aurelia-josz/
- Motta Elisabetta 2020, “Aurelia Josz e la lezione di Tolstoj: la terra ci fa più buoni” https://www.ilsussidiario.net/news/letture-aurelia-josz-e-la-lezione-di-tolstoj-la-terra-ci-fa-piu-buoni/1996037/